La sentenza rappresenta il primo caso italiano di applicazione del programma di clemenza nell’ambito di un’intesa sulle gare per appalti pubblici.
Il Collegio difensivo composto dagli Studi legali Cintioli & Associati con il socio fondatore Prof. Avv. Fabio Cintioli e David Astorre; da Osborne Clarke con il Socio Enrico Fabrizi e Valeria Veneziano; e dal Prof. Avv. Gustavo Olivieri, ha assistito con successo il C.N.S. (Consorzio Nazionale Servizi) nel giudizio dinanzi al Consiglio di Stato sull’istruttoria antitrust “I808-Gara Consip FM4”, ottenendo l’annullamento della sanzione da circa 40 milioni di euro comminata dall’AGCM per intesa anticoncorrenziale.
Si tratta del primo caso italiano di applicazione del programma di clemenza (leniency) nell’ambito di un’intesa riguardante gare per appalti pubblici (c.d. bid rigging).
Il Consiglio di Stato ha annullato il provvedimento dell’AGCM nella parte in cui non aveva riconosciuto la pienezza della collaborazione e aveva negato il beneficio premiale massimo al leniency applicant.
La sentenza si fa notare perché afferma importanti principi sui programmi di clemenza. In particolare, il Consiglio di Stato ha sottolineato la funzione premiale dei benefici che si collegano alla collaborazione e ha evidenziato che “la tenuta del meccanismo […] si basa evidentemente sull’effettività dell’incentivo riconosciuto all’impresa che decida di collaborare e risente […] della “certezza” circa la possibilità per l’impresa collaborante di andare esente da sanzione o di vedersela ridotta in modo consistente”.
Inoltre, la sentenza afferma che la riduzione della sanzione deve avvenire “in sintonia con il principio di proporzionalità e con la necessità di riconoscere un ‘premio’ al collaborante, così da fungere da reale incentivo al sistema di collaborazione, determinandone la concreta profittabilità, a cui si collegano i già accennati benefici sistemici per l’intero apparato di repressione antitrust”.